Aprire un’attività commerciale oggi è una mossa sensata? Avviare un eCommerce può garantire lauti guadagni come si dice oppure è un canale che assorbe spese e non produce utili?
In questo articolo ti voglio presentare una visione globale sul mercato online, sulle aspettative del commercio italiano e sulle sue evoluzioni cercando di capire se oggi è redditizio oppure perdente aprire un eCommerce in Italia
PRIMA PARTE: Andamento Economico, Dati
L’italia non se la passa molto bene, lo sviscera molto bene Massimo Donelli in un articolo apparso sulla Svizzera italiana (Articolo i conti dell’italia), oramai dall’inizio del 2000 l’italia dal punto di vista economico sta soffrendo, se prendiamo il PIL (prodotto interno lordo) come metro di misurazione si nota che dal 2000 al 2008 c’è stato dì un aumento del PIL di una media di circa 1,7 punti percentuali annuali che può sembrare ottimo, ma è pessimo se rapportato alla media UE che era del 2,5%.
Negli Anni tra il 2008 e il 2009 abbiamo subito un crollo verticale che ha distrutto anche quel poco aumento creato, “La Crisi” ha concretamente ucciso l’economia Italiana. A seguire c’è stato un aumento ma sostanzialmente il 2016 si affaccia al 2017 con lo stesso PIL che avevamo nel 2000, è come se questi 17 anni passati non fossero esistiti.
- Il Manifatturiero con 33,69%
- Il Commercio con il 29,74%
- i Servizi con il 20,41%
- Altre Industrie con il 10,11%
- Costruzioni con il 5,11%
- Agricoltura con lo 0,94%
Questi dati mostrano come buona parte del nostro fatturato sia generato dal Commercio e dall’ Industria e che l’Agricoltura sia una fonte marginale di reddito, questi dati sono importantissimi se visti in ottica di apertura di un’attività commerciale, vedremo più avanti come sfruttarli.
Altro dato importante rilevato da Camera di Commercio è il numero di aperture e chiusure delle attività in Italia e i dati demografici dei proprietari:
Il primo dato mostra aperture e chiusure delle attività, mentre la seconda tabella mostra la dislocazione demografica dei proprietari della imprese attive a giugno 2016, questa tabella ci indica che:
- In italia al giugno 2016 sono attive 5.153.222 aziende;
- 1 azienda su 4 è riconducibile all’artigianato;
- 1 azienda su 5 ha un titolare di sesso femminile;
- 1 azienda su 10 ha un titolare non italiano;
- 1 azienda su 10 fa parte dell’imprenditoria giovanile.
Cosa ci dicono questi dati?
Siamo formalmente in un momento di recessione (cioè l’economia non cresce) ma comunque si vede un cambiamento di rotta.
Le economie sponsorizzate dal governo sono quelle che soffrono maggiormente, che meritano però maggiore attenzione da parte di chi investe:
- Imprenditoria Giovanile;
- Imprenditoria Femminile;
- Agricoltura.
Questo è il bando per le sovvenzioni per imprenditoria giovanile e femminile: Bando imprenditoria giovanile e femminile 2016.
Qui invece si trovano finanziamenti per imprenditoria giovanile nell’agricoltura: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4652
Fare commercio è possibile ma dato il momento di recessione, e la grande concorrenza è importante differenziarsi un’ottima strada può essere ad esempio l’apertura di un’azienda in imprenditoria Giovanile o femminile in campo agricolo e poi commercializzare i prodotti nel settore BIO o GDO.
Cosa succede nel resto dell’Europa?
Una breve analisi per mostrare cosa succede fuori dai nostri confini:
Se ci rifacciamo ai dati di Eurostat (presenti in questa pagina) mostrati di seguito, ci rendiamo subito conto che l’italia è tra i fanali di coda dell’europa, se fosse un incontro di Boxe ad eliminatorie potremmo dire:
L’italia prende mazzate sui denti da tutti i grandi
Fonte: https://www.sarao.it/wp-content/uploads/dati-eurostat-pil.png
Infine da come si vede di seguito l’italia è la nazione con i maggior tasso di crescita in fatturato eCommerce, anche se va evidenziato che i dati più importanti sono attribuibili ai grandi player quali: Amazon, Ebay, Spartoo, ePrice, Uniero alcuni dei quali MarketPlace.
Molte big stanno investendo in italia convinte che il mercato interno negli anni futuri sia in crescita. Può essere quindi un buon momento per pensare al commercio eletronico
SECONDA PARTE: il commercio elettronico
L’evoluzione del Commercio elettronico
I tempi d’Oro degli inizi 2000 dove aprire un eCommerce anche senza alcun criterio, era garanzia di successo, sono ben lontani; Oggi sempre più spesso all’avventatezza di qualche anno fa un’imprenditore deve anteporre un’analisi accurata delle opportunità nell’aprire un eCommerce sia come unica risorsa che come Omnichannel.
Se 10 anni fa aprire un e-Commerce voleva dire scontrarsi con qualche piccolo negozio, spesso improvvisato in cantine o garage con venditori più o meno professionali in eBay, oggi purtroppo vuol dire combattere contro colossi come Amazon, Spartoo, Privalia, ePrice, e non è finita, la GDO si è accorta delle opportunità dell’eCommerce dopo che Amazon ha inserito nel 2015 il food, seguito a inizio 2016 dalle consegne in giornata con Amazon Prime Now.
Ho sentito alcuni imprenditori dire più o meno:
Questi vengono dagli stati uniti e vogliono insegnare a noi detentori della conoscenza sul Food, come vendere.
Si lo hanno fatto, Amazon sta modificando la percezione che il consumatore ha con il delivery, sempre più spesso si vedono messaggi in cui si da per scontata l’esperienza di acquisto amazon anche su altri negozi, quindi consegne in due o tre ore grazie a prime now o il sabato
Allo stato attuale le prospettive future sembrano concretamente difficili, tutti i marchi della GDO si stanno muovendo per creare o migliorare il canale e-Commerce fino ad ora snobbato, ne è esempio il sito CliccaIlPomodoro di Esselunga partito a spron battuto nel 2003 grazie a Giuseppe Caprotti il figlio diseredato dal patron del SuperMarket Milanese Esselunga, non è mai decollato, venne messo in un angolo come non desiderato un po’ come è accaduto al figlio che lo ha voluto, tempi forse troppo maturi, o modello carente.
E’ però notizia del’Aprile 2016 che Esselunga ha assunto l’ex numero 1 di Amazon Italia Martin Angioni (leggi la notizia sul corriere.it) per cercare di colmare il divario che Esselunga ha con Amazon.
Coop ha commissionato la realizzazione del suo eCommerce che dovrebbe esser pronto per inizi 2017, Iper e auchan hanno introdotto nel loro ecommerce l’opzione Pick and Pay … per garantire la tenuta della catena del freddo per i deperibili e agevolare ad esempio chi come noi fa orari assurdi che di entrare in un supermercato poco prima della chiusura di voglia proprio non ne ha.
Non dimentichiamo poi che la globalizzazione ha fatto in modo tale che in Europa entrassero merci da paesi sino a qualche decennio fa definiti “Lontani” come la Cina, prima solo con la distribuzione di cui prodotti ora venduti direttamente come ad esempio i prodotti di Huawei e Honor, per quanto riguarda elettronica e abbigliamento si trovano prodotti assurdamente economici spediti in Italia direttamente da venditori Cinesi.
Possiamo quindi constatare anche nel mondo eCommerce sta avvenendo una trasformazione del commercio, come è avvenuta negli anni 90 nel commercio offline a favore della GDO a discapito dei piccoli negozianti; Prezzi bassi e la varietà stanno prendendo il sopravvento su servizio e spesso qualità. La storia si ripete sempre.
“La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie.”
Charles Alexis De Tocqueville
Mi è sempre stato insegnato che dalla storia si deve apprendere il futuro, in quanto difficilmente un comportamento di massa mostra grandi stravolgimenti dei dettami sociologici; Normalmente ciò che già è stato, sarà.
Parlando di eCommerce è verosimile presupporre che la storia avrà un’evoluzione simile a quella del commercio off-line, anche se con tempi molto più stretti.
Possiamo quindi immaginare che lentamente i grandi negozi generalisti la faranno da padroni, come sta accadendo proprio adesso.
I piccoli negozi potranno emergere se eviteranno di scontrarsi in modo diretto con questi “Giganti”, e decidano di offrire servizi sempre più specialistici.
La Soluzione Vincente
Oggi non esistono più quelle vecchie realtà di piccola distribuzione come i mini market, i bazar, le mercerie; Oggi lavorano e lo fanno anche molto bene, quelle realtà che si sono differenziate, che offrono qualcosa che la Grande Distribuzione non può dare, almeno per ora:
- Qualità del prodotto;
- Servizio e assistenza sopraffine;
- Prodotti artigianali o di nicchia;
- Capillarità;
- Sensazione di Amicizia;
- Ricerca di soluzioni e particolarità.
Non dimentichiamo ad esempio che molti consumatori per la qualità sono disposti a pagare qualcosa in più, sempre più negozi di alimentari stanno aprendo e si stanno affermando grazie ai prodotti di nicchia o ricercati che offrono, sopratutto Bio, a Km 0 o prelibatezze non disponibili nella GDO.
Al medesimo modo se si vuol emergere nell’eCommerce non ha senso vendere quello che si può trovare su Amazon, o su Alibaba o su Spartoo, fare concorrenza ai grandi è da stupidi e perdenti in partenza.
La vendita di prodotti non paragonabili/confrontabili è la vera soluzione, negozi come Cortilia, vendono prodotti che costano mediamente 3 volte in più rispetto ai prezzi della grande distribuzione, ma il modello si regge sul concetto che i prodotti sono a KM 0, coltivati in modo naturale, non meccanizzato, non industrializzato, e sopratutto offrendo Frutta e verdura che ha il Sapore vero di madre natura, a differenza dei sapori inesistenti e piatti dei vegetali da super mercato. Chi cerca questo è disposto a pagare il servizio e la differenza.
Cerchiamo di rispondere alla domanda posta all’inizio:
Ha realmente senso aprire un eCommerce nel 2017?
Secondo me si, e spiego anche il perché:
Il mercato Italiano di commercio elettronico come già spiegato all’inizio di questo articolo, vale solo il 5% del totale del commercio, è un valore molto basso, sopratutto se paragonato al 44% di Uk o al 36% della Germania 26% della francia , in Italia solo il 20% della popolazione fa acquisti online contro una media europea del 47%.
Sono proprio questi dati che hanno convinto moltissime aziende estere ad investire in Italia, sia eCommerce che nell’offerta di servizi ai Merchant.
Risulta quindi evidente da questi dati e prospettive eCommerce che il futuro sarà sempre più roseo e la domanda crescerà, spostando una parte degli acquisti dall’OffLine all’On-line. Non dimentichiamo poi che siamo la nazione che in rapporto alla popolazione ha i maggior numero di anziani e la seconda al mondo per età massima (fonte corriere della sera), bello e bravi, ma pochissimi pensionati acquistano online, purtroppo oggi uno strumento usato solo dai più giovani, ma questi giovani saranno gli acquirenti di domani.
Da un rapporto drammatico si nota che nel 2016 per ogni 100 ragazzi fino a 15 anni, sono presenti ben 161 anziani over 65 (fonte tuttitalia.it), un divario veramente pesante.
Una scelta attuale a breve termine potrebbe contemplare ad esempio sfruttare questo tipo di utenza, ad esempio con vendita di servizi o prodotti tipici per gli anziani, come gli elettromedicali, i prodotti per l’assistenza o la deambulazione ecc..
Altra strada percorribile è aggredire il mercato estero con i propri prodotti di artigianato sfruttando anche piattaforme quali Etsy oppure dedicarsi alla produzione di prodotti agricoli biologici per poi distribuirli attraverso un eCommerce locale o a più ampio raggio.
Conclusione
In conclusione il mercato interno è stagnante, ma desideroso di novità, chiunque si cimenti nella vendita online non può assolutamente sperare di sopravvivere cercando di fare battaglie ai Big, si vince solo differenziandoci con un modello di business che emerga ed offra unicità sia nell’esperienza di acquisto che/o nel prodotto.
Chi improvvisa e “Prova” a fare commercio elettronico è destinato a scomparire entro pochi mesi dall’apertura.
Il mercato nei prossimi anni sarà decisamente interessante e pieno di prospettive, è possibile fare grandi numeri, ma sarà anche la morte di quei siti eCommerce che non saranno stati in grado di emergere dalla massa.